Una selezione di fotografie che racconta la Lombardia attraverso il cibo, inteso come chiave di lettura del paesaggio e delle comunità che lo abitano: non solo nutrimento, ma memoria, identità e progetto per il futuro.

Una selezione delle stampe più significative della sezione d’archivio “Piemonte” e dei principali autori identificati

La sezione d’archivio dedicata al Piemonte risulta particolarmente interessante sia per la varietà dei soggetti rappresentati – caratteristica, questa, in comune con le altre regioni – sia perchè ben rappresentativa degli autori piemontesi documentati nel corso del Novecento.
Torino, in particolare, è il crocevia delle idee e il luogo di incontro dei fotografi, professionisti o dilettanti: nel 1899 viene fondata la Società Fotografica Subalpina e per tutto il Novecento nella città e nelle province piemontesi si formano fotografi di qualità, alcuni diventati noti anche a livello nazionale e internazionale.
Stefano Bricarelli
Stefano Bricarelli (1889-1989), avvocato per professione e fotografo per passione. Dai primi ritratti dell’aristocrazia torinese e dalle prime sperimentazioni di stampe alla gomma dall’effetto pittorico al reportage su Mussolini pubblicato sulla rivista statuintense Life e alle collaborazioni con la rivista di moda Harper’s Bazaar, è un fotografo che fa della continua sperimentazione la sua cifra stilistica.
Per il TCI si muove in Piemonte ma non solo e alterna scatti di vita agreste e tradizioni a fotografie d’architettura.
Domenico Riccardo Peretti Griva
Domenico Riccardo Peretti Griva (1882-1962), invece, era un magistrato e Presidente della Corte d’Appello di Torino e un fotografo nel tempo libero.
La sua produzione fotografica si concentra sul tema della natura, con una predilezione per il paesaggio, i ritratti e le vedute di città. Autodidatta, è stato un grande sperimentatore di tecniche di stampa e inchiostri – in particolare il bromolio – per poter dare alle sue stampe quel tono bucolico e sognante che le contraddistingue e che lo ha fatto diventare il più noto esponente del pittoricismo fotografico in Italia.
Cesare Giulio
Fotografo e alpinista, Presidente del C.A.I dal 1930 e, in seno a questo, fondatore del Fotogruppo Alpino.
Specializzato in fotografia di montagna, nelle sue fotografie dava grande spazio alle geometrie create dalla neve e dai giochi di luce. Ha partecipato a molti concorsi ed esposizioni, fra cui il London Salon of Photography e i saloni di Tokyo, Pittisburg, Madrid e Stoccolma.
Con il Touring Club Italiano ha collaborato, nel 1934, ad un’edizione di un volume dedicato al Piemonte della collana Attraverso l’Italia.
Guido Cometto
Attivo fra gli anni Venti e gli anni Quaranta, Guido Cometto ha documentato la vita e i costumi di Torino e delle valli piemontesi. Di lui sono conservati nel nostro archivio scatti molto belli delle Valli di Lanzo, con un’attenzione al folclore e alla ritrattistica.
Si presume abbia realizzato questi scatti fra il 1925 e il 1931, quando si trovava in quelle località per realizzare un reportage su una visita ufficiale del Principe di Piemonte Umberto di Savoia.
Riccardo Moncalvo
Nato nel 1915 e morto nel 2008, con il suo studio ha documentato mezzo secolo di vita torinese e le trasformazioni della sua città nel suo corso del tempo.
Bernardo Cavaglià
A testimoniare la Torino degli anni Cinquanta, fissandola in atmosfere rarefatte, è Bernardo Cavaglià – meno noto di Moncalvo, Bricarelli e degli altri fotografi ma parimenti attento, in quegli anni, a fare della sua Torino un punto di riferimento per la fotografia in Italia in grado di confrontarsi con altre esperienze sia nazionali che internazionali.
Una selezione di fotografie che racconta la Lombardia attraverso il cibo, inteso come chiave di lettura del paesaggio e delle comunità che lo abitano: non solo nutrimento, ma memoria, identità e progetto per il futuro.

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